Bello come una prigione che brucia, Julius Van Daal

Con gli animi infervorati, i rivoltosi si diressero verso Covent Garden e diedero fuoco ad una stazione di polizia e ad alcune abitazioni di appartenenti alla nobiltà e all’alta borghesia come quella del conte di Mansfield, noto per le sue idee liberali, e di altri esponenti politici di diverso orientamento. Furono incendiate altre abitazione e venne saccheggiata e incendiata la distilleria Langdale. Da qui il fuoco, alimentato dall’alcool, si estese rapidamente alle case vicine e in tutto il quartiere. Furono assalite le prigioni di Fleet Strett, di King’s Bench, di Marshalsea, la New Goal, e la casa correzionale di Surrey.

Furono distrutti gli alloggi degli esattori del ponte di Blackfriars, che era allora un ponte a pedaggio sul Tamigi. Venne dato l’assalto alla Banca d’Inghilterra che fu però respinto. Fu una sommossa spontanea, che ebbe come unico portavoce le fiamme che si propagavano, l’odio verso i ricchi e la voglia di libertà che scorreva a fiumi insieme all’alcool. Doveva sembrare in realtà una festa; un’orgia; le cantine migliori e le distillerie furono alla mercè del popolo, l’acquavite scorreva senza sosta e la maggior parte delle persone erano completamente ubriache. Ma non fu una sbornia come le altre, fu una sbornia di rivolta. Anche se per pochi giorni, il potere vacillò sotto i colpi di una moltitudine di “ubriaconi”. Non serve nessun partito, nessun comitato, né alcun agitatore che indichi chi siano gli sfruttatori, sono sotto gli occhi di tutti e tutti possono decidere di colpirli.

Bello come una prigione che brucia. Julius Van Daal 
pp. 60, 12X17 € 4,00