È l’inizio del 1941, René Char (L’Isle-sur-la-Sorgue, 14 giugno 1907 – Parigi, 19 febbraio 1988) sorvegliato dalla polizia di Vichy lascia la sua città natale, L’Isle-sur-la-Sorgue, nella Val Chiusa e raggiunge fuggiasco il villaggio di Céreste in Provenza. È qui che, dopo aver stretto contatti con i maquisard1 della zona, entra nella Resistenza e diviene, con il nome di battaglia di Capitain Alexandre, capo della SAP (Section Atterrissage Parachutage) nel dipartimento di Durance. Il suo gruppo, oltre alla presa in carico dei refrattari della STO2 (Service du Travail Obligatoire), ha il compito di realizzare sabotaggi, imboscate ed evasioni, liquidare spie e traditori, trovare spazi e luoghi per l’atterraggio degli aerei alleati e recuperare quanto viene paracadutato, armi, viveri, munizioni.
È dal contesto della lotta di liberazione contro l’aggressione hitleriana che provengono le 237 note che compongono I fogli d’Ipnos, documento eccezionale ed esemplare di battaglia e di poesia. Non è solo la lotta di resistenza del Capitain Alexandre contro il nazismo condotta con il revolver in pugno, che trapela da queste pagine, ma anche quella di un individuo che difende intra-muros il proprio spazio vitale dall’aggressione dei demoni di ghiaccio dell’ipocrisia e della rassegnazione: “il punto d’oro della lampada a noi sconosciuta che tiene desti il coraggio e il silenzio”.
Fogli d’Ipnos, René Char
pp. 48, 12X17 € 3,50